Sapiens, da Animali a Dei – Breve Storia dell’Umanità (Yuval Noah Harari, 2011)

Voto: 8 e mezzo. 

Saggio storico-sociologico che racconta il percorso dell’uomo dalle caverne al condominio. Il libro porta avanti la tesi che forse era meglio quando eravamo cacciatori-raccoglitori, e che ci siamo fregati da soli ad iniziare a coltivare e poi a fare cose ancora più stressanti tipo organizzare i capodanni e le pasquette. Mentre il cacciatore-raccoglitore prendeva un animale selvatico, lo mordeva e aveva fatto cena, noi dobbiamo lavorare molto di più per lo stesso obiettivo. In fin dei conti volevamo soltanto riempirci lo stomaco, e quindi perché siamo finiti a litigarci il pane tra 7 miliardi di uomini, quando prima eravamo poche tribù e potevamo sfondarci di cinghiali e zebre organic free-range? Perché la felicità del singolo non conta nulla rispetto alla diffusione della specie. Il gene egoista (vedi qui) ci manipola per convincerci che se lavoriamo per il progresso della società e ci riproduciamo a manetta saremo felici, quando in realtà per essere felici basta mangiare il cinghiale e far riprodurre lui. 

Il saggio contiene molte riflessioni e informazioni interessanti sulla storia dell’umanità. Elenco quelle più mindblowing sotto. Capisco che l’elenco è lungo, quindi in breve: il denaro, gli imperi e la religione sono state le forze unificatrici dell’umanità; la scienza e il capitalismo sono indissolubilmente collegati; negli ultimi cento anni l’umanità è cresciuta da 1 miliardo e mezzo a 7 miliardi. No, non siamo in un momento a caso della storia. Vediamo le riflessioni, per i più audaci:

  • dalle mani all’animale sociale: Quando tanti anni fa ci sono uscite le mani queste ci hanno dato enormi vantaggi evolutivi e quindi ce le siamo tenute. La posizione eretta si è sviluppata per lasciarci le mani libere per fare lavori di precisione come  scaccolarsi. La posizione eretta ha favorito anche fianchi più stretti. Fianchi stretti vuol dire che devi fare figli prematuri, che se sono troppo grandi non riescono a uscire. Parti prematuri vuol dire che devi essere brava a farti aiutare con i figlioli. E da lì sono stati favoriti i soggetti che erano maggiormente in grado di creare legami sociali per farsi aiutare. Viene da chiedersi perché i maschi non siano rimasti in piedi e le donne a pecora, ma questo il libro non lo dice.
  • dall’animale sociale al linguaggio alla mitopoesi: per mantenere legami sociali è necessario stabilire una comunicazione, e per questo è nato il linguaggio. Il linguaggio consente il pettegolezzo, che permette il controllo all’interno di piccole comunità. Il linguaggio consente anche la finzione, e in particolare la costruzione di miti in cui un gruppo di persone può credere: lo spirito del sole, Dio, la nazione, il comunismo, l’uguaglianza, la gerarchia, il capitalismo, il denaro, la Fiorentina, eccetera. Attorno a questi “miti” si organizzano le grandi comunità. Ciononostante tutte queste sono finzioni, che esistono soltanto perché decidiamo di crearle e di crederci. Per esempio, siamo noi a decidere che l’uguaglianza è giusta. Tra l’altro il concetto di giusto lo abbiamo inventato noi. Insomma ce la si suona, ce la si canta e ce la si ascolta pure. 
  • da pochi furbi a molti coglioni: con la creazione di comunità ampie legate da miti non sopravvivevano soltanto i migliori, ma anche quelli con qualche difficoltà. E quindi mentre i cacciatori-raccoglitori erano pochi ma con cervelli mediamente più grandi, l’uomo agricolo è più numeroso ma mediamente più fesso. 
  • il cibo che mangiamo è vecchio: il 90% dell’alimentazione odierna è basata su piante addomesticate tra il 9000 e il 3500 a.C.: frumento, mais, riso, patate, miglio (ah, bono il miglio, ma che è?), e orzo. Ma non è stato l’uomo ad addomesticare le piante. Loro hanno addomesticato l’uomo, perché sono riuscite a diffondersi in tutto il mondo, e a costringere l’uomo ad abbandonare la bella vita del cacciatore-raccoglitore in favore della vita di stenti del contadino. 
  • il denaro: tra tutte le finzioni il vituperato denaro è in realtà “l’apogeo della tolleranza umana” e della fiducia: “grazie al denaro anche le persone che non si conoscono possono fidarsi e cooperare concretamente”. Mentre la religione ci chiede di credere in qualcosa, il denaro ci chiede che il prossimo creda in qualcosa, ovvero che i soldi che gli diamo poi li possa usare. Non come i gettoni telefonici che lo Zozzo di Montepulciano ti dava come resto e poi non li rivoleva indietro la volta dopo (Sant’Albino non dimentica). 
  • l’impero: il concetto di impero ha un’accezione negativa, ed è contrapposto all’auto-determinazione dei popoli. Ma l’identità dei popoli è in realtà una stratificazione di differenti retroterra accumulatasi attraverso molteplici conquiste, quindi di cosa stiamo parlando? E poi tanti popoli finora ha sempre implicato tante guerre, mentre con gli imperi alla fine c’era la pace. Quindi forza impero. 
  • la religione: oltre al denaro e all’impero anche la religione è stata una grande finzione unificatrice. Mentre la gerarchia e tutti gli ordini sociali sono intrinsecamente fragili in quanto finzioni umane, “la religione è riuscita a conferire una legittimazione oltreumana a quelle fragili strutture”. La religione può essere definita come “un sistema di norme e valori umani che si fonda sulla fede in un ordine oltreumano“. 
  • da animisti a monoteisti: la religione nasce per giustificare le cause di cose che non ci spieghiamo. Quando eravamo cacciatori-raccoglitori si pensava che ci fossero spiriti in tutte le cose, perché non ci spiegavamo nulla e ci consideravamo più o meno al pari delle altre bestie. Poi da agricoltori-allevatori abbiamo deciso che era evidente che noi eravamo superiori agli animali e alle piante, e quindi abbiamo deciso che c’era un interlocutore divino tra noi e loro, e così sono nati gli spiriti locali a cui fare sacrifici. Con la crescita delle comunità e la nascita degli imperi gli spiriti locali non bastavano più, e allora ci siamo inventati religioni più grosse, missionarie e con un dio unico: uno specchio degli imperi. 
  • l’oppio dei popoli: il comunismo non è un’ideologia, ma una religione missionaria. Infatti si basa sul credo di un ordine naturale delle cose, così come il Buddhismo. Inoltre ha un libro sacro (il Capitale), e dei “Testimoni di Marx” che stanno davanti alle università.  Per questo se sei comunista non puoi avere un altro credo. Sennò allora vai alla festa dell’Avanti, vedi cosa ti danno da mangiare magari lì c’hanno anche la soia. Qui alla festa dell’Unità c’è la rosticciana. 
  • la storia come sistema caotico: i sistemi caotici hanno due livelli. Quelli di livello 1, come il meteo, non sono influenzati dalle previsini. Quelli di livello 2, come la storia e l’economia, sono influenzati dalle previsioni e quindi li devi pigliare come vengono è inutile che ti sforzi. 
  • mindblowin’ numbers: nel 1500 eravamo 500 milioni di homo sapiens, nel 1900 eravamo 1.6 miliardi e oggi siamo 7 miliardi. Sempre nel 1500 il PIL dell’umanità era 250 miliardi di dollari, oggi è 60 miliardi di miliardi di dollari. Prima consumavamo 13 miliardi di miliardi di calorie al giorno, oggi 1500 miliardi di miliardi, poi ci credo sei obeso. Think about it. 
  • scienza e crescita: prima della rivoluzione scientifica si pensava che il passato fosse meglio del presente. Con la rivoluzione scientifica si capisce che conoscere è potere. Il presente può essere migliorato, e il futuro è luminoso. 
  • scienza e impero: la rivoluzione scientifica fa capire all’uomo che la conoscenza è potere. Per questo si iniziano a finanziare le spedizioni di navigatori e scienziati in giro per il mondo. La scienza e la conquista vanno di pari passo, ed è così che nascono gli imperi coloniali. Prima si colonizzava per estendere la propria visione del mondo. Con le colonie si conquista per conoscere. I viaggi di Colombo e Vasco da Gama sono viaggi insieme scientifici e di conquista. 
  • scienza e banche: l’idea scientifica che il futuro sia meglio del presente (vedi punto sopra) conduce alla fiducia, che è elemento cardine del capitalismo e dei sistemi bancari. Le banche permettono di far circolare più denaro di quello che c’è davvero. Poniamo che io, imbianchino, metta in banca 1000 euro. Poniamo che tu, negoziante, abbia bisogno di un prestito di 1000 euro per far imbiancare il negozio. La banca ti concederà il prestito, e poi metterai i 1000 euro nel mio conto. Figurerà che io ho 2000 euro, ma di soldi nel caveau la banca ne ha soltanto 1000. Questa cosa la banca la può fare fino a 10 volte: per ogni euro che la banca ha ne può prestare 10. Il 90% di tutto il denaro presente nei nostri conti correnti non ha un’effettiva copertura monetaria. Questo sta in piedi perché abbiamo fiducia che il negozio della signora andrà bene e che riuscirà a ripagare i 1000 euro. Se non succede, c’è la crisi economica tipo con i mutui subprime. 
  • scienza e capitalismo: la scienza conduce all’ottimismo, che conduce al credito e alle banche. Il credito è alla base del capitalismo, inteso come la dottrina secondo cui io posso fare profitto, ovvero spendere 10 e ottenere 100, che posso poi re-investire per ottenere altri 1000. A livello complessivo è come se esistesse una torta da dividere che però cresce sempre. Perché ciò avvenga c’è bisogno della scienza: soltanto la scienza, rendendo più efficienti i processi produttivi, può permettere di trasformare nel lungo periodo il 10 in 100 e poi in 1000. Scienza e capitalismo sono quindi indissolubilmente legati, cari i miei scienziati di sinistra. 
  • consumismo: il capitalismo si basa sull’idea della crescita. Il motore va avanti perché i capitalisti investono per arricchirsi, e le persone si affannano a consumare.  È un circuito del vizio: da una parte l’avidità, dall’altra la gola la lussuria e la voglia di scarpe. Però finora ha funzionato perché la scienza si è sempre inventata qualcosa per rendere più efficiente i processi produttivi. 
  • mindblowin’ weights: se sommiamo il peso di tutti gli umani abbiamo circa 300 milioni di tonnellate; il peso di tutti gli animali da mangiare—mucche, pecore, polli, maiali—è 700 milioni di tonnellate; il peso degli animali allo stato brado è 100 milioni di tonnellate. Think about it. 
  • i treni e l’orario di Greenwitch: a fine 1700 ogni città aveva il suo orario, tipo a Londra erano le 12 e a Liverpool erano le 12.20 e nessuno ci faceva caso. Poi gli Inglesi inventarono i treni—con un’altra mindblowing story che trovate nel libro—e si accorsero che dava noia questa cosa degli orari diversi. E allora si misero d’accordo per avere un orario unico per tutta l’Inghilterra: quello di Greenwitch, sennò non si poteva fare un orario ferroviario coerente. 
  • si stava meglio quando si stava peggio: oltre ad aver fatto una cazzata smettendo con la caccia per dedicarci all’agricoltura abbiamo fatto una cazzata anche con il capitalismo. L’uomo dell’800, più povero ma con più legami solidi, stava forse meglio di noi, ricchi in una società liquida. Gli studi dimostrano che le cose che hanno un impatto sulla felicità umana sono: la comunità, i legami famigliari, il matrimonio. I soldi non contano molto. Però meglio averceli, che gli studi dicono parecchie cose eh…

  • felicità: la felicità dipende dal rapporto tra condizioni oggettive e aspettative soggettive. Quando le cose peggiorano le aspettative diminuiscono quindi anche le piccole cose ci rendono felici. Quando le cose vanno molto bene abbiamo grosse aspettative, e rimaniamo delusi facilmente. In generale le condizioni oggettive non sono sufficienti per valutare la felicità. Quindi un uomo povero che vive in un posto dove piove sempre e mangia il riso scondito può essere anche più felice di te sbracato al sole con quel panino alla porchetta (sì, senz’altro). 
  • la felicità è biologica: la felicità è principalmente determinata da fattori biochimici, influenzabili da aspetti psicologici e sociali. Se nasci con un livello biochimico medio di felicità uguale 3, per te essere felice vuol dire salire a 5. Se nasci con un livello medio di 7, scendere a 5 vuol dire essere tristi. Ed è per questo che quella gente triste non si spara, perché non è che è triste, è in quel modo di suo. 
  • la felicità come piacere e come significatività: la felicità è uno stato psico-fisico di piacere, ma anche uno stato di riconoscimento di significatività della propria esistenza. Ma questo significato fa sempre parte di quei miti collettivi inventati, come la religione e il comunismo. Quindi il significato non ha mai un senso. E desiderare la felicità conduce inevitabilmente alla sofferenza. E quindi meglio darsi una calmata. 
  • i cyborg: in un futuro non lontano l’uomo sarà potenziato con macchine installate nel cervello e sarà in grado di progettare i propri desideri: “La vera questione che ci troviamo di fonte non è Che cosa vogliamo diventare? ma Che cosa vogliamo volere? Coloro che non sono spaventati da questo interrogativo, probabilmente non ci hanno riflettuto abbastanza.”

A damn good book! Da leggere se volete un sacco di argomenti di litigio con tutti, e non avete timore di fare le orecchie ai libri per segnarvi le cose da rivendere agli altri come ho fatto io (foto sotto).

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1 Comment

  1. Anche io ho fatto un sacco di orecchie alla mia copia!! Ma l’ho lasciata a casa di mia madre insieme a quasi tutti i miei libri quindi non posso produrre materiale fotografico. Dovrai decidere di credere alle mie parole, per quanto passabili di finzione.

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