The Game (Alessandro Baricco, 2018)

Voto: 8 meno.

Cronistoria dell’era digitale dall’invenzione del giuoco Space invaders (1978, foto sotto) fino ad AlphaGo (2016, qui), passando per il Commodore 64 (sotto sotto), il Web, Google, l’iPhone (sotto sotto), i social media, eccetera. Baricco traccia una mappa della trasformazione della società occidentale avvenuta negli ultimi 40 anni a causa di computer e telefonini. La rivoluzione è stata pilotata dai nerd fricchettoni tossici degli anni ’70, che hanno manipolato le nostre menti a suon di tecnologia, e che ci hanno convinto che tutto debba funzionare come un giochino del computer—basato sulla ricompensa, divertente, e dove chi muore si rivede. Da una società governata da umanisti che si fissano a complicare le cose, a una società di ingegneri che risolvono problemi, ti aggiustano il computer, e hanno addirittura iniziato a lavarsi.

“Puoi provare a cambiare la testa della gente, ma stai solo perdendo tempo.
Cambia gli strumenti che hanno in mano, e cambierai il mondo.” (Baricco che cita Stewart Brand, ovvero un tizio sconosciuto che però è uno dei padri dell’internet).

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Space Invaders. “La grafica era, vista adesso, penitenziale: gli alieni (che in Italia chiamavamo marzianini) sembravano ragni disegnati da un deficiente.” A. Baricco, The Game.

Sulla cosa del mondo governato dai nerd siamo d’accordo con Baricco, tant’è che in una recensione di Game of Thrones (qui) abbiamo espresso gli stessi concetti in modo più stringato*. Sorprendentemente però Baricco va oltre l’ex-coda, e imbastisce una teoria molto raffinata il cui fulcro concettuale è costituito dalla metafora dell’iceberg. Spieghiamo. Prima il mondo era un iceberg a testa in giù: dovevi scavare e approfondire per arrivare all’essenza, ovvero la punta dell’iceberg. In questo mondo l’esperienza della conoscenza era data dalla riflessione. Oggi l’iceberg è nella sua posizione normale: l’essenza (la punta) è stata resa visibile a tutti. Sotto è un bordello, certo, ma io non ho bisogno di guardarci, perché ci pensa il tecnico informatico a rendere tutto facile. La domanda che Baricco si fa è: questa semplificazione è brutta? No, perché io posso mettere in relazione varie cime di vari iceberg (varie essenze), e posso costruire quello che lui chiama la post-esperienza. Questa è la vibrazione che nasce dall’usare e combinare gli strumenti digitali per processare (comprendere) il reale. L’esperienza nasce dalla riflessione, mentre la post-esperienza nasce dall’azione.

“Hai a disposizione cellule di realtà esposte in modo semplice e velocemente usabile: ma non ti fermi ad usarle, ti metti a LAVORARLE.”

C’è però un problema, dice Baricco. Quelli che erano i rivoluzionari degli anni ’70, ovvero i nerd, volevano dare a tutti “il sapere” (le punte degli iceberg), e, in un certo senso, ci sono riusciti. Però ci hanno fatto i soldi, e oggi sono diventate le nuove élite. Come sappiamo, le élite non garbano a nessuno, e quindi occhio, perché una nuova rivoluzione è alle porte. A gridare vendetta sono tutti quelli che non hanno passato i livelli del giochino, e ora vogliono i cheat codes per saltarli. Sono quelli che non sono in grado di accedere alla post-esperienza, perché si incartano con tutti questi dispositivi e app e siti, e riescono a far pigliare i virus anche al telefono con la cornetta.  

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Il Commodore 64 in tutta la sua pinguedine.

Baricco è un ottimo filosofo, anche perché è laureato in filosofia e non si capisce perché si ostini a scrivere i romanzi. La sua voce in questo saggio è fresca, lucida, carismatica come quella che senti quando lo vedi in televisione. Il libro prende 8 meno perché gli ultimi capitoli, in cui l’autore cerca di fare un po’ di previsione del futuro, sono più deboli del resto, per quanto contengano spunti interessanti tipo il seguente:

I ricchi del Game lo sono in modo molto tradizionale. I poveri, pure. Probabilmente,
solo una generazione di nativi digitali, capaci di incrociare le lezioni del passato con gli strumenti del presente, potrà disegnare soluzioni che oggi non ci sono. […] Se falliranno, il Game resterà imperfetto, e in fondo fragile. Presto o tardi, la collera sociale lo capovolgerà.

E in questa ultima chiosa Baricco, da bravo umanista, fa quello che la sua categoria
sa fare meglio: delegare le soluzioni ad altri (i giovani nativi digitali, in questo caso).

Un libro da leggere per capire cosa è successo in questo mezzo secolo, perché, come con l’iPhone, anche la filosofia/sociologia può essere resa facile e democratica, e ci auguriamo che sia questa la prossima rivoluzione: umanisti di tutto il mondo, unitevi. 

* Noi enfatizzavamo un aspetto sul quale Baricco glissa colpevolmente, ovvero il porno, che è l’unico vero motivo per cui la gente ha il computer.

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Evoluzione dell’iPhone dal 2007 al 2017.

 

 

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