Le nostre anime di notte (Kent Haruf, 2015)

Voto: 7+.

Una vecchia bussa alla porta del vicino di casa che conosce di vista e lo invita a “dormire” da lei. Il vicino, tutto ringalluzzito, non se lo fa ripetere due volte, ed esce gaudioso per l’atto materiale che andrà a sperimentare (cit. Bozzone). La vecchia però con le virgolette di “dormire” intendeva chiacchierare, e quindi il vecchio si trova brutalmente friendzoned. Ciononostante continua ad andare dalla vicina tutte le sere, perché così la gente del paese pensa che lui è un fichiere. 

Romanzo breve uscito postumo, che ho voluto/dovuto leggere perché a Radio 3 fanno una pubblicità a questo scrittore comparabile in aggressività soltanto allo spot di Forza Italia del 1994 (Essiamo tanti-ssi-miii…brrr, video sotto). Sorvolando sulla mia incapacità di resistere alla propaganda, il libro merita. Racconta la magia della provincia americana vista attraverso le cataratte di due vecchini che hanno già fatto i conti con il proprio passato, e possono quindi dedicarsi al futuro. Due persone che non hanno più tempo da perdere con convenevoli e convenzioni, perché se la vita è breve per tutti, lo è in modo particolare per gli anziani. E quindi vai con i marshmallow e i cani al nipote, e se piange vieni pure nel lettone, e così via con la diseducazione che tutti conosciamo.

Al di là del tema, che ci tocca marginalmente, quello che conquista di questo romanzo è lo stile asciutto (tipo Raymond Carver, ma più sereno) e la capacità di tranquillizzarci, perché i nonni danno sempre conforto, soprattutto se vivono in una casa di legno in campagna in America e fanno l’orto e NON copulano

Un libro da leggere senza sapere che poi ci hanno fatto un film con Robert Redford e Jane Fonda che già dalla locandina si vede che c’hanno una tensione sessuale anziana intollerabile, e vi rovinerebbero la lettura sostituendosi ai personaggi nella vostra immaginazione. 

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